GINOSA EMERGENZA AMIANTO, UN CITTADINO DENUNCIA


di Nicola NATALE

Due tribu’ contrapposte. 
Da una parte gli inquinatori, dall’altra coloro che vorrebbero rendere pulito il mondo, ma non possono. E perciò denunciano. 
Questa volta torna alla ribalta il problema dell’amianto, così costoso da smaltire, così facile da abbandonare in periferia o meglio in aperta campagna. 
Ginosa, come altri comuni,  ne è disseminata ed a poco sono valse le denunce di A.P. fatte sia alla precedente amministrazione che all’attuale. 
Di più, un centinaio di foto sono state scattate per documentare l’abbandono soprattutto lungo il canale  irriguo sinni-vidis che attraversa numerosissime contrade a sud di Ginosa, da cavese a bandiera. La foto-inchiesta è arrivata sulle scrivania del sindaco, dopo esser stato inviata all’ufficio ambiente, al comando dei vigili urbani ed al corpo forestale. 
Nel frattempo la regione Puglia, a inizio gennaio, ha approvato il piano regionale dell’amianto (prap) destinando 870mila euro provenienti dall’ecotassa,  purtroppo i fondi non sono stati sufficienti rispetto alle richieste pervenute. 
Agli inizi di Marzo la regione ha messo a disposizione ulteriori due milioni di euro per co-finanziare la rimozione e lo smaltimento di manufatti in cemento amianto. 
Tuttavia per avere qualche speranza di accesso ai fondi è necessario che i Comuni stanzino in aggiunta proprie risorse. Il contributo può arrivare fino ad massimo di 60mila euro. Saranno avvantaggiate anche quelle amministrazioni che si sono registrate all’emas, cioè un processo volontario di riduzione di impatti ambientali certificato in ambito europeo. 
Dalla gravinella in contrada palombaro alla pineta regina di Marina di Ginosa sono tantissimi i luoghi violati di Ginosa e Marina di Ginosa segnalati come luoghi di discariche improvvisate.
Nel caso dell’amianto la sua tossicità era ben nota fin dal 1965. 
Quasi cinquant’anni dopo spetta a noi ricordare a tutti che l’usura dell’amianto libera fibre pericolose per la salute e che abbandonarlo in campagna o in periferia non risolve il problema. 
I proprietari hanno obbligo di denuncia all’asl e nel caso di necessità di smaltimento devono rivolgersi a ditte specializzate.
QUOTIDIANO DI PUGLIA 16 APRILE 2013

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