E' IL CANE A CAPIRE DOV'ERA PINO. Annichiliti i familiari.


Pino Bianculli,
tragicamente scomparso la sera dell'alluvione
QUOTIDIANO DI PUGLIA 11 OTTOBRE 2013
di Nicola NATALE
L’olfatto dei cani più sofisticato delle più moderne tecnologie. 
Se la storia non fosse tragicamente vera la si potrebbe pensare inventata di sana pianta, a fini pedagogici. 
Si era detto che a bordo dell’augusta bell dei vigili del fuoco arrivato a Ginosa, c’era un dispositivo in grado di ritrovare, per mezzo di sensori che rilevano il calore, qualsiasi corpo. Non ha potuto nulla.
Dopo tre giorni di ricerche il corpo di Pino Bianculli, 32enne, non aveva più sangue alla sua temperatura normale. Ma suo padre aveva il suo stesso odore. 
Solo a lui il cane del titolare della masseria continuava a tirare i pantaloni. 
Lui lo scacciava, ma il cane continuava a dirgli con l’unica lingua in suo possesso: “vieni, scava lì, perché lì c’è qualcosa che ti appartiene”.
E dopo molti scetticismi il coltivatore dell’azienda agricola ed i familiari sono stati accontentati e con la ruspa manovrata abilmente sono comparsi i resti di Pino, il ragazzo sulla cui bacheca continuano ad affastellarsi messaggi di stima e di affetto. 
Il cane che ha consentito il ritrovamento
A parlarcene è Cosimo Cannito,  il padre della fidanzata Nancy, ex capo reparto dei vigili del fuoco in pensione, 35 anni di servizio che si sentono tutti nel tono fermo eppure commosso con cui rievoca questi giorni di disgrazia. 
Lui è arrivato poco dopo e quando ha visto le ruspe ferme ha capito e detto alla figlia “lo hanno trovato”. La sua sorpresa è grande nel constatare il punto di rinvenimento, a suo parere lontano dalla strada dove è stata ritrovata l’auto chiusa, lungo un ponticello sulla provinciale che conduce comunque a Ginosa e Montescaglioso passando per contrada pantano.
Un nome che non evoca appieno la pericolosità del luogo in questi giorni di diluvio. 
L’ipotesi di Cannito è che Pino sia tornato indietro a piedi per poi essere travolto dalla piena, innalzata anche dalla occlusione del ponte sottostante. 
Ed è qui che si alza la vibrata protesta dell’ex vigile del fuoco: “non si può percorrere una provinciale ed essere travolti dalle acque, i canali devono essere puliti e invece mi dicono che non lo erano da due anni”. 
La località ove è a avvenuto il ritrovamento oltre contrada pantano
Vale a poco” aggiunge “dire che “non ci sono soldi, bisogna trovarli, altrimenti si è responsabili, il presidente della provincia di Taranto, della regione Puglia devono provvedere, anche per evitare simili tragedie”. 
Non a caso una denuncia molto probabilmente verrà depositata dal legale dei genitori della vittima che probabilmente sanno come anche la procura di Taranto, con il procuratore dr. Sebastio abbia compiuto un primo sopralluogo sui luoghi e aspetta i primi rapporti che saranno valutati da “tecnici di grande esperienza”. 
Sono parole pesanti quelle che pronuncia Cannito quando parla di “omicidio colposo” probabilmente dettate anche dal vedere sua figlia sotto choc per una tragedia che non esita a definire “annunciata”. Nel sapere che la vita del suo ragazzo che sembrava procedere verso un lietissimo fine si è interrotta a causa di una maledetta alluvione. 
Ma soprattutto ad una cura del territorio che non c’è più sostituita invece da intense comunicazioni virtuali che ormai tralasciano il reale. 
Nel 2013 ripete il concetto “non si può morire così, nel 2011 a Marina di Ginosa a perire furono gli animali, ora che ci sono 4 morti voglio proprio vedere cosa faranno”. 
Sono parole dette da un padre che perde il ragazzo di sua figlia (quasi il marito dice) e quando gli chiediamo che tipo era Pino dice senza esitazioni: “un ragazzo d’oro, con i suoi difetti come tutti, ma non chiedetelo a me, chiedetelo a chi lo ha conosciuto ed amato”.

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