E' IL CANE A CAPIRE DOV'ERA PINO. Annichiliti i familiari.
Pino Bianculli, tragicamente scomparso la sera dell'alluvione |
di Nicola NATALE
L’olfatto dei
cani più sofisticato delle più moderne tecnologie.
Se la storia non fosse
tragicamente vera la si potrebbe pensare inventata di sana pianta, a fini
pedagogici.
Si era detto che a bordo dell’augusta bell dei vigili del fuoco arrivato
a Ginosa, c’era un dispositivo in grado di ritrovare, per mezzo di sensori che
rilevano il calore, qualsiasi corpo. Non ha potuto nulla.
Dopo tre giorni di ricerche il
corpo di Pino Bianculli, 32enne, non aveva più sangue alla sua temperatura
normale. Ma suo padre aveva il suo stesso odore.
Solo a lui il cane del
titolare della masseria continuava a tirare i pantaloni.
Lui lo scacciava, ma il
cane continuava a dirgli con l’unica lingua in suo possesso: “vieni, scava lì,
perché lì c’è qualcosa che ti appartiene”.
E dopo molti scetticismi il coltivatore
dell’azienda agricola ed i familiari sono stati accontentati e con la ruspa manovrata
abilmente sono comparsi i resti di Pino, il ragazzo sulla cui bacheca
continuano ad affastellarsi messaggi di stima e di affetto.
Il cane che ha consentito il ritrovamento |
Lui è arrivato poco dopo e quando ha visto le ruspe ferme ha capito
e detto alla figlia “lo hanno trovato”. La sua sorpresa è grande nel constatare
il punto di rinvenimento, a suo parere lontano dalla strada dove è stata ritrovata
l’auto chiusa, lungo un ponticello sulla provinciale che conduce comunque a Ginosa
e Montescaglioso passando per contrada pantano.
Un nome che non evoca appieno
la pericolosità del luogo in questi giorni di diluvio.
L’ipotesi di Cannito è
che Pino sia tornato indietro a piedi per poi essere travolto dalla piena,
innalzata anche dalla occlusione del ponte sottostante.
Ed è qui che si alza la
vibrata protesta dell’ex vigile del fuoco: “non si può percorrere una
provinciale ed essere travolti dalle acque, i canali devono essere puliti e
invece mi dicono che non lo erano da due anni”.
La località ove è a avvenuto il ritrovamento oltre contrada pantano |
Non a caso una denuncia molto probabilmente
verrà depositata dal legale dei genitori della vittima che probabilmente sanno
come anche la procura di Taranto, con il procuratore dr. Sebastio abbia
compiuto un primo sopralluogo sui luoghi e aspetta i primi rapporti che saranno
valutati da “tecnici di grande esperienza”.
Sono parole pesanti quelle che
pronuncia Cannito quando parla di “omicidio colposo” probabilmente dettate
anche dal vedere sua figlia sotto choc per una tragedia che non esita a
definire “annunciata”. Nel sapere che la vita del suo ragazzo che sembrava
procedere verso un lietissimo fine si è interrotta a causa di una maledetta alluvione.
Ma soprattutto ad una cura del territorio che non c’è più sostituita invece da
intense comunicazioni virtuali che ormai tralasciano il reale.
Nel 2013 ripete
il concetto “non si può morire così, nel 2011 a Marina di Ginosa a perire
furono gli animali, ora che ci sono 4 morti voglio proprio vedere cosa faranno”.
Sono parole dette da un padre che perde il ragazzo di sua figlia (quasi il
marito dice) e quando gli chiediamo che tipo era Pino dice senza esitazioni:
“un ragazzo d’oro, con i suoi difetti come tutti, ma non chiedetelo a me,
chiedetelo a chi lo ha conosciuto ed amato”.
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