GLI EX "MIROGLINI": "RIASSUNZIONI? CI SIAMO NOI PRIMA". I 5 punti fissati in vista dell'incontro al Mise del 21 ottobre

Una delle tante manifestazioni degli ex miroglini,
in mobilità da luglio scorso.

QUOTIDIANO DI PUGLA 16 OTTOBRE 2013
di Nicola NATALE
Non demordono i 181 ex miroglini e tornano a riunirsi per un unico obiettivo: tornare al lavoro. I cinque punti emersi dalla riunione di venerdì scorso sono tutti tesi a centrare l’obiettivo della reindustrializzazione del complesso industriale di contrada girifalco, ad una decina di chilometri da Ginosa. 
Ma anche di quello sorto a Castellaneta all’uscita sud del paese. 
Al riguardo si è deciso di chiedere ad Alba, sede legale del gruppo Miroglio di posticipare anche oltre la data limite del 31 dicembre 2013 il pagamento degli incentivi all’esodo per favorire il percorso di reindustrializzazione. 
Come si ricorderà nell’accordo poi andato a monte con Q.bell si decise di destinare alle ditte subentranti l’incentivo all’esodo quantizzato in 9mila euro lorde per lavoratore, un piccolo tesoretto di 1,6 milioni di euro. 
Quella cifra è quanto mettono sul piatto gli stessi lavoratori tramite la loro ex azienda per cercare di rendere nuovamente produttivi i siti industriali nati con i fondi di reindustrializzazione delle aree di crisi siderurgica. 
Miroglio, lo stabilimento di Ginosa in contrada girifalco
Al secondo punto del verbale stilato d’intesa con le rappresentanze sindacali provinciali di filctem cgil femca cisl e uilte uil e con i rappresentanti sindacali di stabilimento (Massimo Gravina, Giovanni Alfieri, Nicola Calabrese) si legge chiaramente che gli stabilimenti di Ginosa e Castellaneta dovranno essere utilizzati dalle rispettive amministrazioni solo per la ricerca di soluzioni lavorative per gli ex dipendenti Miroglio, anche se “il tentativo di reindustrializzazione non dovesse concludersi positivamente entro il 31 dicembre 2013”. 
Ma non solo, i miroglini dimostrando una volontà di reazione notevole dopo cinque flop che li hanno condotti alla mobilità, chiariscono anche che i lavoratori assunti dai gruppi subentranti dovranno essere solo gli ex dipendenti miroglio iscritti nelle liste di mobilità. 
Mentre per quanto riguarda altre auspicabili assunzioni si dovrà fare riferimento alla platea di ex lavoratori licenziati da filatura e tessitura di puglia alla data del 9 Luglio 2012.  
Nell’assemblea svoltasi a quattro giorni dall’alluvione (che ha anche colpito l’abitazione di uno dei più attivi nel sostenere la lotta per il lavoro, Corrado Cenci) si è ancora una volta esplicitato che i contratti di assunzione dovranno essere a tempo indeterminato e senza periodo di prova. 
Contratti a tempo determinato possono essere ammessi solo in caso di incertezza sugli andamenti produttivi delle nuove aziende, sulle quali le parti in causa hanno calato uno stretto riserbo. 
Come ultimo punto i miroglini ribadiscono ancora una volta che la cessione degli stabilimenti e degli incentivi economici dovranno essere successive all’inizio della produzione industriali. 
Niente avventure al buio dicono i miroglini anche con riferimento “ai tentativi falliti di riconversione avvenuti in questi lunghi anni”. 
Si ricorderà che dal 2009 si sono avvicendati al tavolo romano il gruppo Intini, Be4Energy, Marcolana e da ultimo Q.bell, solo per citare coloro che hanno superato le verifiche ministeriali. Queste  quindi le garanzie richieste dai miroglini in vista dell’incontro a Roma del 21 ottobre prossimo. 
Un incontro che con tutta probabilità svelerà ancora una volta le carte in mano a ministero dello sviluppo, sindacati, wollo, istituzioni e naturalmente miroglio per sbrogliare questa complicata matassa. Al momento l’unica azienda certa sembra essere la termoform di taverne di Corciano in provincia di Perugia attiva nel campo dello stampaggio plastico. Come è noto quest’ultima vorrebbe investire circa 2,5 milioni di euro riassumendo 70 lavoratori in mobilità. Quest’ultima avrebbe dichiarato di preferire lo stabilimento di Ginosa a quello di Castellaneta, dopo la defezione q.bell.

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