NATUZZI, CAUTO OTTIMISMO DEI SINDACI DE PALMA E LOPANE. I sindacati definiscono storico l'accordo ma c'è chi non ci sta.


Natuzzi, lo stabilimento di Ginosa chiude
 per effetto dell'accordo del 10 ottobre scorso
QUOTIDIANO DI PUGLA 12 OTTOBRE 2013
di Nicola NATALE
All’indomani dell’accordo le reazioni sono di moderato ottimismo. 
Certo l’ufficializzazione della chiusura dello stabilimento di Ginosa è un ulteriore colpo ad una cittadina già provata dall’alluvione e da un quadro dell’economia già critico prima del disastro. 
Né il sindaco di Ginosa Vito De Palma, né il suo collega di Laterza Gianfranco Lopane hanno potuto essere presenti alla firma dell’accordo al tavolo romano poiché impegnati nella prima fese della gestione delle emergenze legate al disastro naturale. 
Ma l’attenzione è alta poiché Natuzzi, da queste parti, significa due stabilimenti, uno in contrada bandiera a Ginosa ed uno in contrada madonna delle grazie a Laterza con poco meno di mille persone che vi lavorano. 
De Palma è chiaro nel dire che “non è la soluzione auspicata, non ci soddisfa totalmente, ne prendiamo atto e ci riserviamo di approfondire totalmente la vicenda”. 
Però non manca di osservare che “un certo numero di persone continuerà a lavorare e che tutto il resto è una mezza scommessa”. 
Tuttavia conclude se “i sindacati hanno espresso una valutazione positiva, la mia non può essere differente, rispetto agli approfondimenti avuti dalle organizzazioni sindacali nelle ristrette”. 
Per cui conclude De Palma posso addirittura esprimere un velato ottimismo perché una buona parte di lavoratori continuerà a lavorare ma bisognerà, ripeto, comprendere bene i termini della questione. 
Per Gianfranco Lopane invece si può esprimere “moderata soddisfazione sia pure in clima di complessiva criticità legata ad accordo comunque che consente finalmente di avviare una fase nuova”. Poi il primo cittadino di Laterza aggiunge che comunque “la strada è impegnativa e bisognerà garantire a tutti la possibilità di ricollocarsi, anche agli esuberi che accetteranno la mobilità incentivata”. Per Laterza, che conserva il suo stabilimento con il taglio centralizzato, si tratta di "difendere un pezzo di produzione del suo territorio e consentire che quel know-how, quelle capacità non si disperdano. In definitiva il salvataggio di queste produzioni è una inversione di tendenza rispetto al quadro generale di vendita di asset finora strategici per il sistema paese". 

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