NATUZZI, ASCOLTATI NUOVI IMPRENDITORI, MA LUCE ANCORA LONTANA. I "contatti" sono pugliesi e del nord Italia.


Ginosa (Taranto)  lo stabilimento Natuzzi
ormai tagliato fuori dalla produzione nel novembre 2013
QUOTIDIANO DI PUGLIA 23 NOVEMBRE 2013
di Nicola NATALE
Le urgenze del lavoro divengono sempre più pressanti, le scadenze si susseguono. 
Spicca sulle altre la vicenda del gigante Natuzzi con i suoi 1506 esuberi. La loro speranza è al momento affidata alle new.co., alle nuove aziende che dovrebbero insediarsi, privilegiando lo stabilimento di Ginosa, l’unico a rimanere chiuso dopo l’accordo del dieci ottobre scorso. 
Leo Caroli,
assessore regionale al lavoro
I contatti proseguono racconta l’assessore regionale al lavoro Leo Caroli ma è “prematuro parlarne, posso solo dire che sono realtà pugliesi ed anche del nord Italia”. 
Per intanto la prossima riunione della cabina di regia deputata a sorvegliare l’esatta attuazione dell’accordo di programma è fissata per martedì 3 dicembre, slittando di cinque giorni rispetto alla data iniziale. Per l’assessore Caroli “il pacchetto rappresentato dagli stabilimenti Natuzzi, dalle commesse rientranti dalla Romania, dai finanziamenti dell’accordo, dagli incentivi per le assunzioni e dalla certezza di piani formativi co-finanziati è un insieme fortemente attrattivo per le aziende”. E’ la stessa eco data alla crisi Natuzzi a divenire un elemento di attenzione per le imprese che vogliono investire e provare a farsi trovare pronte da una ripresa che tutti auspicano ma che nessuno ancora vede. 
L’assessore ci tiene però  a precisare che sono solo “contatti” non “manifestazioni di interesse”. 
Ma è concepibile che l'azienda Natuzzi non abbia già in sé professionalità o conosca direttamente imprese in grado di riassorbire parte degli esuberi con produzioni inizialmente realizzate all’estero? 
Caroli non lo esclude, ma sottolinea il valore dell’aver affidato la ricerca di altri imprenditori alla Wollo, l’azienda di consulenza torinese. 
Il vero punto però è che “occorre investire, anche per accedere alle agevolazioni dell’accordo di programma sono necessari quote importanti di soldi propri e non tutte le aziende dispongono di quella liquidità, specie nella platea storica”. 
Tuttavia promette l’assessore “se questa disponibilità c’è, noi siamo pronti a sostenerla”. 
L’invito che giunge ancora una volta è “provare a consorziarsi, mettendo insieme le piccole liquidità” perché dice citando il professor Colasanto “piccolo è bello, peccato che è meglio grande”. 
Tutto lascia presagire insomma che i tempi della cassa integrazione di un anno (scadenza ad ottobre 2014, con eventuale rinnovo) saranno sfruttati appieno. Ma allora queste reindustrializzazioni sono un miraggio? 
Per Caroli sono una sfida in cui porre tutto l’impegno sapendo che “in nessuna parte d’Italia oggi ci sono reindustrializzazioni e che la Puglia, lo dico con dati ufficiali, resiste meglio di altre regioni ad una crisi epocale che coinvolge pesantemente tutta l’Italia”. 
La regione Puglia, con le sue strutture ha trovato il modo per offrire gli stabilimenti in disuso come attrattiva per gli imprenditori, con un’azione su agenzia delle entrate ed altri enti coinvolti. I casi positivi che l'assessore cita sono proprio quelli dello stabilimento Miroglio di Ginosa e dell’Om di Bari (casi purtroppo ben lontani da una qualsiasi riconversione). 
Da Natuzzi a Miroglio, dalla Curvet di Laterza ad altre realtà produttive, la provincia jonica perde pezzi importanti di industrializzazione e lo sforzo della politica ha al momento solo l’ottimismo della volontà. “Mi dicono sia un caterpillar, e mi ci ritrovo in questa metafora” conclude l’assessore venuto dal mondo sindacale. 
Nei quartieri Natuzzi intanto bocche chiuse, rimandando il tutto alle comunicazioni ufficiali e consci del clima difficile creatosi nel frattempo.

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