POST ALLUVIONE, ANCORA PAURA E INSICUREZZA. TAMPONATE SOLO LE EMERGENZE.


Ginosa, il ponte sulla ex strada statale 580
il 27 Ottobre 2013
di Nicola NATALE
Ad un mese e mezzo  dall’alluvione del sette ottobre, la sensazione di insicurezza del territorio non si è attenuata. 
I lavori non si sono fermati alle prime emergenze, ma restano irrisolti i principali problemi emersi dopo i ripetuti nubifragi. 
In primis la circolazione verso Marina di Ginosa e verso Taranto bloccata con il crollo del “ponte dei sospiri” sulla ex statale 580 ora divenuta provinciale. 
Le attività commerciali sviluppatesi lungo questa arteria strategica sono penalizzate dal protrarsi dell’interruzione, mentre i due mesi promessi per il ponte provvisorio di tipo bailey scadono tra due settimane.
Insomma è difficile che in questo tempo brevissimo possa essere realizzato alcunché, nonostante qualche tecnico avesse consigliato di rivolgersi al genio pontieri per risolvere in maniera provvisoria la situazione. 
Soluzione non si sa quanto praticabile, e comunque superata dalla asserita volontà dell’ente provinciale di farsi carico del ripristino delle arterie di sua competenza. 
Ma il ponticello sul torrente lagnone tondo non è l’unico ad essere crollato. 
Ginosa, la strada comunale di contrada "palombaro-salacone" alla periferia della cittadina 
C’è quello sulla strada comunale “palombaro” che porta all’omonima contrada, quello sulla strada comunale cignano riparato alla meglio. 
Poi i ponticelli totalmente crollati sulle strade comunali 7 (lama callara), 8 (casone dogana) e 9 (cipolluzzo). Ed ancora tratti di strada completamente sbriciolati sulla comunale 10 (bove cesine) ed 11 (in direzione bernalda selva piana, poi sulla strada provinciale per Matera). 
L’elenco è assolutamente parziale, ma dà l’idea di un territorio vasto 187 chilometri quadrati in cui l’alluvione ha cambiato la geografia dei luoghi, senza che questo abbia insegnato alcunché. 
Non solo perché una delle strade comunali rifatte all’indomani dell’alluvione presenta già delle buche dopo le piogge di questi giorni,  ma anche perché in alcuni casi l’ansia di ricostruzione non ha tenuto conto dei nuovi argini disegnati dalla forza delle acque. 
Ginosa, l'area della gravina sotto ponte san Leonardo, una delle più colpite dall'alluvione
Se la forza delle acque ha letteralmente asportato due vecchie case e l’ansa sottostante il ponte san Leonardo, logica vorrebbe che si tenesse conto della “risistemazione naturale dell’area” rispettando il nuovo corso imposto da madre natura, peraltro in zona ampiamente tutelata per il suo atteso sviluppo turistico.
Stessa cosa dicasi per l’ampiezza e la riprofilatura degli argini distrutti che dovrà tenere conto di portate d’acqua presumibilmente maggiori di quelle che si sono potute osservare negli ultimi tempi. 
Insomma un miscuglio di competenze e di emergenze di difficile risoluzione e che rischia in alcuni casi di finire come via pescarella a Ginosa. 
Ginosa, via pescarella quattro anni dopo.
Ottobre 2013
Questa via, crollata nel 2009 in seguito alle infiltrazioni di piogge nel sottostante banco calcarenitico scavato in grotte, è ancora chiusa. Le poche attività commerciali nate lungo questa via periferica sono chiuse. 
Naturalmente non tutto è fermo. 
Lunedì scorso l’amministrazione comunale ha proceduto alla ripulitura del canale di mezzana a Marina di Ginosa come documentato dall’assessore all’ambiente Leonardo Galante. Nel grande fragore mediatico provocato dai quattro decessi avutisi a Ginosa per via dell’alluvione, non deve essere dimenticata la fragilità del territorio di Marina di Ginosa. Su questo fronte non c’è alcuna comunicazione ufficiale circa i risarcimenti spettanti per l’alluvione del marzo 2011. 
E questo nonostante una delibera di giunta regionale, la n°1433 del luglio del 2012, avesse già stabilito la percentuale di contributo statale al danno subito: il 24%. 
I marinesi non hanno ricevuto ancora nulla e sono passati due anni e 9 mesi. 
Marina di Ginosa,  la ripulitura del canale di mezzana
testimoniata dalle foto dell'assessore Leonardo Galante
Ma non solo Ginosa e Marina di Ginosa a fare i conti con i disastri post’alluvione e la paura delle piogge intense. 
Castellaneta, Laterza e Palagianello, anch’esse ricomprese nello stato di emergenza disposto dalla presidenza del Consiglio, combattono con le fragilità del territorio. 
Due giorni fa la polizia locale di Castellaneta ha diramato un comunicato in cui consigliava di fare percorsi alternativi alle provinciali 13 (per Castellaneta marina)  e 15 (per contrada Gaudella). Anche a Laterza nei pressi della pineta sono stati segnalati casi di pericolo connessi all’ingrossarsi dei torrenti. Conclusione del ragionamento è che la responsabilità degli enti locali (comuni, provincia, regione) in merito al proprio territorio è sempre più grande anche perché lo Stato letteralmente gliela ha affidata, con "devoluzioni" via via sempre più consistenti. Questo implica un uso ancora più oculato delle magre risorse che devono giocoforza essere indirizzate alla cura del territorio. (primum vivere, deinde philosophari).
Laterza, la zona nei pressi della pineta (foto nicola saccomanni)

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