PANICO PER UN ROTTWEILER IN FUGA. MA UN PASSANTE LO AMMANSISCE.
Il rottweiler sfuggito alla custodia dei proprietari |
di Nicola NATALE
Poteva andare
molto peggio ed invece è finita benissimo. Immaginate una domenica mattina
tranquilla, con le persone che fanno footing nell’area artigianale di Ginosa.
Pino
Castria, un ragazzo giovanissimo, arriva per lavare la sua auto
all’autolavaggio self-service e si imbatte in un rottweiler adulto di circa 60
chili.
“Il cane stava mangiando affamatissimo delle immondizie lasciate in uno
dei lotti non usati ed era agitato, spaesato” racconta Pino.
I corridori della
domenica lo notano e vanno nel panico ed “iniziano le urla, le chiamate ai
carabinieri ed ai vigili urbani”.
Financo secondo il racconto fatto sul gruppo
“misteriose apparizioni a Ginosa” l’invito “ai mariti a prendere subito il
fucile” con l’evidente intento di abbattere il cane, cosa vietatissima dalla
legge e sanzionata con la reclusione da quattro mesi a due anni.
La situazione
si fa tesa e Pino, fattosi coraggio, invita l’amico a fargli scudo con l’auto
temendo che qualcosa di brutto possa accadere al cane “che ha la bava alla
bocca”.
Ma l’amico impallidisce ed allora l’unica è tentare di ammansire il
cane mettendo in pratica qualcuno dei consigli uditi “da esperti cinofili che
con i molossi ci lavorano e gli addestrano”.
Il ragazzo gli si avvicina a
distanza di sicurezza e istantaneamente il rottweiler lo vede e lo punta.
Il
momento è topico, non bisogna sbagliare: tende la mano ed invita
il cane ad avvicinarsi. L’animale non se lo fa ripetere ed inizia a trottare
verso il ragazzo che a quel punto inizia a sbiancare anche lui “come il suo
amico che nel frattempo si è chiuso con le sicure nella sua macchina”.
Giuseppe Castria, con il suo intervento ha evitato possibili incidenti a chi faceva footing ed al cane |
Tuttavia Pino riesce a tenere la mano ferma mentre il cane lo annusa, lo scruta e lo studia.
Inizia a parlare, prima balbettando, poi sempre più sicuro di sé
fino ad allontanarsi lentamente e attendere con ansia la reazione del cane.
Il
rottweiler lo segue, ma non per avventarsi, vuole un contatto.
Pino capisce, la
paura finalmente si scioglie e tenta una carezza delicata sulla testa.
Rott, lo
chiameremo così, approva e con lo sguardo fa capire che ne ha ancora bisogno. E
allora Pino non si ferma e sta attento solo ad allontanarsi dalla bocca e dal
mento, zone che non devono essere toccate se non si vuole scatenare una
reazione. Poi prende delle crocchette e gliele dà, sancendo in
maniera definitiva il patto d’amicizia, cosa che fa capire quanto Castria abbia
confidenza con i cani. Rimane un’ultima cosa da fare, stabilire dove portarlo
visto che abbandonarlo avrebbe di lì a poco riproposto il problema.
L’area
intorno all’ex stabilimento Natuzzi è quasi permanentemente usata da gente che fa del moto, anche
perché molto più vicina della strada delle Cesine, più esterna, più panoramica
ed anch’essa popolata da
cani.
Passata l’emergenza si può riflettere e Castria compone un numero di
cellulare di alcuni capannoni vicini, perché ricorda che quel
cane non è nuovo da quelle parti.
Qualche domanda, qualche risposta ed uno dei
tre proprietari spunta fuori dopo qualche tempo a riprendersi il suo “rott”.
Scatta la ramanzina ma anche un avvertimento a futura memoria “se dovesse
accadere ancora non fate nulla di particolare, poiché è un cane che va preso
con le pinze perché è tenuto per la guardia e senza contatto con l’uomo, pertanto
un comportamento sbagliato potrebbe innescare reazioni pesanti”.
Per Castria in questi frangenti “non bisogna girarsi dall’altra parte, perché quel cane sarebbe morto
ammazzato, se qualcuno non avesse saputo come prenderlo”. Secondo un’esperta che ha commentato l'accaduto il
cane non avrebbe attaccato perché fuori dal suo territorio.
Chiaramente la
bella storia ripropone il tema, più che mai d’attualità, del rapporto
uomo/animale all’interno di contesti urbani.
Commenti
Posta un commento