CENTRO STORICO, GLI ABITANTI SGOMBERATI: "VOGLIAMO TORNARE NELLE NOSTRE CASE".


Ginosa, teatro Alcanices. Alcuni componenti del comitato residenti centro storico.
Da sx Carmelo Perrone, gen. Michele Galante, dott. Paolo Costantino, ing. Mario Stigliano
QUOTIDIANO DI PUGLIA 17 FEBBRAIO 2014
di Nicola NATALE
I residenti del centro storico vogliono tornare nelle proprie abitazioni. E chiedono un ridimensionamento urgente delle zone interessate dalle ordinanze di sgombero. 
Questo è quanto chiesto all’amministrazione comunale nella riunione di venerdì scorso (14 febbraio) tenutasi al teatro alcanices dal “comitato residenti del centro storico”. 
Un comitato in cui figurano nomi eccellenti compreso quello di Paolo Costantino, l’ex consigliere regionale del pd, che ha moderato l’incontro. 
Francesco Santantonio,
assessore al patrimonio comunale, trasporti, agricoltura
(Ginosa)
L’amministrazione non si è sottratta al confronto inviando l’ing. Francesco Santantonio, assessore con delega al patrimonio comunale, ai trasporti ed all’agricoltura. 
Intanto un primo contatto tra il sindaco Vito De Palma e il comitato si è già avuto, ma i tempi burocratici e l’impostazione data dalla maggioranza all’ennesima crisi idro-geologica sembrano non coincidere con la fretta degli abitanti. Anche perché nel frattempo si sono registrati gravi atti di sciacallaggio, essendo la zona presidiata solo da volontari della protezione civile. Tutto ruota attorno ai rilievi geologici ed alla loro accuratezza rispetto alle aree delimitate dalle ordinanze comunali ed al fatto che deve “essere il Comune e non necessariamente il CNR a stilare un crono-programma di intervento, almeno per le emergenze”. E tra le emergenze ci sarebbero proprio i tre enormi massi che insistono nell’area del crollo.
Se in un primo momento lo stesso coordinatore del comitato non aveva rilevato movimenti, negli ultimi tempi la cosa sembra cambiata. Intanto il comitato si è mosso anche sul piano politico coinvolgendo l’on. Gianni Pittella, vicepresidente del Parlamento Europeo.
Sabato prossimo 22 febbraio alle ore dodici e trenta, l’uomo politico visiterà i luoghi del crollo, il centro storico e la gravina e parteciperà ad un incontro con i residenti e l’amministrazione comunale, sempre al teatro alcanices.
Questo perché si ritiene che la gravina di Ginosa ed il suo centro storico siano un sito di interesse comunitario, non solo qualcosa che riguardi il comune di Ginosa o la provincia di Taranto. Tra quelle pietre c’è la storia della civiltà rupestre che ha avuto in Ginosa uno dei suoi periodi più longevi.
Sono tanti i turisti stranieri che, meravigliati dalla bellezza dello scenario e dalla sua storia, hanno  chiesto come mai avesse uno sviluppo turistico così limitato.
Ginosa, il crollo di via matrice. La foto da un'idea del numero di cavità sottostanti via matrice e via burrone.
Sempre nella serata di venerdì scorso il comitato - come del resto aveva fatto precedentemente l’amministrazione - ha sollecitato la visita del vice presidente della regione Puglia Angela Barbanente, non solo per la sua carica istituzionale, ma anche per la profonda competenza in materia di assetto del territorio e beni culturali.
L’ing. Mario Stigliano, coordinatore del gruppo di cittadini, ha ribadito la necessità di un crono-programma preciso degli interventi per la messa in sicurezza ed il recupero di via Matrice. Asse viario fondamentale senza il quale si può dire addio non solo alla gravina ed al centro storico ma alla stessa Chiesa madre, dedicata alla Madonna del Rosario.
Proprio per questo il comitato vorrebbe ottenere “la presenza di un suo rappresentante nella cabina di regia dell’emergenza costituita al momento dal sindaco, dalla protezione civile e dal cnr”.
Intanto l’amministrazione ha reperito venti appartamenti per la sistemazione di molte delle famiglie sgomberate al momento ospitate in strutture ricettive e preso contatti con il politecnico di Bari per la verifica della staticità dei palazzi.
Ginosa, il ponte del Castello Normanno.
Sul punto, uno dei componenti del comitato, Michele Galante, titolare di strutture ricettive nella zona ha proposto “l’affiancamento di un tecnico locale di fiducia al geologo del Cnr attualmente impegnato nelle verifiche”.
Tutto questo fa presagire che i tempi di intervento non saranno affatto brevi.  
Nel frattempo anche l’area sottostante il Castello normanno del 1080 d.c. oggetto di un lungo, complicato ed parziale recupero appare a rischio, compreso il ponte di accesso con eccessiva “alveolizzazione” del tufo. Una situazione non facile che si somma ai problemi provocati dall’alluvione e dal caro-rifiuti. Proprio per questo il capogruppo di minoranza Felice Bitetti (pd) ha chiesto che si sospendano tutti i contributi alle associazioni: “quelle risorse vanno impegnate per fronteggiare l’emergenza”.

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