CROLLA UNO STABILE ABBANDONATO DA TEMPO IN GRAVINA. Ma non bisogna cedere alla psicosi.
Al centro della foto di Angelo Cinieri lo stabile crollato. Tempo fa si voleva avviare una carta del rischio e avocare al patrimonio pubblico parte degli immobili abbandonati in Gravina. |
di Nicola NATALE
Crolla un
vecchio stabile in gravina e la psicosi si allarga. I quattro giorni di pioggia
che hanno interessato Ginosa e dintorni hanno aumentato la sensazione di
insicurezza.
Finora la parola dissesto idrogeologico era quasi assente dal
lessico dei ginosini comuni, ora spunta nei social network.
Va detto che la
palazzina sbriciolatasi lunedì scorso intorno alle sedici era una delle tante
case abbandonate da tempo, piazzata a pochi passi dall’alveo della gravina. Pochi
se ne sarebbero interessati se non fosse crollata. Questa casa aveva le
classiche volte a botte, un’entrata principale e un balconcino affacciati sul
greto. Si trovava a pochi passi da via Noci, raggiungibile da una delle strette vie che portano sul fondo della gravina.
E' del tutto naturale che manufatti vecchissimi e non manutenuti possano cadere, soprattutto se interessati, come è stato negli ultimi mesi, da piogge violente ed alluvioni.
E' del tutto naturale che manufatti vecchissimi e non manutenuti possano cadere, soprattutto se interessati, come è stato negli ultimi mesi, da piogge violente ed alluvioni.
Purtroppo "i tempi di ritorno di un evento simile si
sono nel frattempo drasticamente abbassati" scrive il geologo Francesco Montanaro sul numero di febbraio della rivista di categoria dei geologi pugliesi. Il periodico dedica la copertina ed uno dei servizi centrali proprio all’alluvione ginosina.
Ed individua tra "tra le cause predisponenti eventi pluviometrici estremi la diminuzione del numero di giorni di pioggia annui, la loro concentrazione in brevi periodi e il maggiore accumulo di energia termica ".
"Sotto questa prospettiva" dice Montanaro (e tutti speriamo che si sbagli) "anche l'evento eccezionale del 6-8 ottobre potrebbe rappresentare una "quasi normalità" nei prossimi decenni".
Ed individua tra "tra le cause predisponenti eventi pluviometrici estremi la diminuzione del numero di giorni di pioggia annui, la loro concentrazione in brevi periodi e il maggiore accumulo di energia termica ".
"Sotto questa prospettiva" dice Montanaro (e tutti speriamo che si sbagli) "anche l'evento eccezionale del 6-8 ottobre potrebbe rappresentare una "quasi normalità" nei prossimi decenni".
Cosa fare allora per salvare quel che resta?
Per la gravina di Ginosa ed i suoi tesori come la chiesa matrice del 1550 d.c. (quasi totalmente restaurata) ed il castello normanno del 1080 d.c. (in via di consolidamento e restauro) si invoca da anni un intervento massiccio, magari statale.
Per la gravina di Ginosa ed i suoi tesori come la chiesa matrice del 1550 d.c. (quasi totalmente restaurata) ed il castello normanno del 1080 d.c. (in via di consolidamento e restauro) si invoca da anni un intervento massiccio, magari statale.
Finora sono stati possibili solo interventi particolari che,
pur riportando alla luce antichi sentieri, rendendo visitabile il nucleo più
antico, quello della gravina di rivolta, non hanno potuto intervenire sulle
centinaia di immobili privati.
Solo negli ultimi anni alcuni imprenditori hanno
preso a considerare la gravina e il centro storico come possibile luogo di
investimento ma il crollo del 21 gennaio in via matrice ha rimesso tutto in
discussione.
Finora non si conoscono in maniera ufficiale gli esiti dei
numerosissimi sopralluoghi fatti da esperti di ogni tipo, dalla protezione
civile al cnr fino ai vigili del fuoco anche nell’area del quartiere san
Leonardo.
Ci sono solo due cose sicure: ci vogliono denari ed il Comune non ne ha.
Le
immense cantine scavate nella calcarenite e le case costruite sopra di esse
sono la tipicità unica della civiltà rupestre ma costituiscono anche un grosso
rompicapo per i tecnici che si cimenteranno nel riconfigurare via matrice e via
burrone, le strade maestre di accesso alla gravina.
E’ per questo che da più
parti si sollecita una visita del ministro dei beni culturali Massimo Bray,
consapevoli dell’enorme importanza della conservazione di uno dei maggiori esempi
di civiltà rupestre. Conservazione utile non solo ai fini culturali ma anche
turistici.
L'articolo del Quotidiano di Puglia del 5 febbraio 2014 |
I PERICOLI NELLE NUOVE AREE
Ma non sono solo
la gravina ed il centro storico di Ginosa ad essere minacciati dalla pioggia
intensa: ha fatto eco l’ordinanza di
una settimana fa con cui il centro operativo comunale ha ordinato di
consolidare un’immobile e relativo adiacente pendio naturale in via costa della
crognola.
Già dal giorno dopo i genitori dei bambini frequentanti la scuola
“K.Wojtyla” o meglio "Giovanni Paolo II°" come da denominazione ufficiale, facendo riferimento ad una precedente ordinanza di sgombero hanno
richiesto un incontro urgente al sindaco ed alla direttrice per essere
rassicurati “sulla sicurezza e l’incolumità” dei propri figli.
Da qualche parte
la richiesta è stata bollata come “allarmismo” ma intanto una buona parte dei
circa 40 bambini frequentanti ha cominciato a disertare il plesso.
Nel dicembre
del 2012 il cons. di minoranza avv.
Cristiano Inglese depositò un’interrogazione alla quale sembra non sia mai
stata data risposta scritta.
A questa situazione si sono aggiunti da ultimo gli
allagamenti in zona pip, le infiltrazioni d’acqua nel poliambulatorio che non
ha problemi strutturali e persino nella sede comunale.
Con le forti piogge le
vetrate in vetrocemento che danno luce alle scalinate di accesso al municipio fanno
entrare acqua e anche queste richiedono un intervento di manutenzione
straordinaria appropriato. Il palazzetto dello sport invece, e finalmente dopo
anni, non lascia più cadere acqua dal tetto quando piove. E’ un inizio dal quale ripartire, non c’è dubbio.
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