MIROGLIO, STABILIMENTI OFFRESI. 180 in attesa di un contratto.


Lo stabilimento ex Miroglio di Ginosa, ora di proprietà comunale. Inattivo dal 2009.
QUOTIDIANO DI PUGLIA 14 MARZO 2014
di Nicola NATALE
E’ fatta. L’enorme complesso ex Miroglio è ufficialmente nelle mani del comune di Ginosa.
Ieri l’amministrazione ha diramato l’ennesimo comunicato per annunciare l’avvenuta stipula della cessione presso il notaio Marco Monti in Laterza. Anche la giunta comunale di Castellaneta ha deliberato per l’acquisizione dello stabile posto all’immediata periferia della città.
Le attese si fanno ora più pressanti, perché nel tempo non solo sta sfumando il primo degli anni di mobilità concessi, ma l’attrattività italiana (non solo meridionale) per investimenti industriali e non, si è ridotta ai minimi termini.
Stabilimento chiavi in mano. In cravatta gialla Alessio Fois, direttore del personale del gruppo Miroglio.
E’ evidente che l’amministrazione De Palma in questa operazione ci sta mettendo tutto il suo ottimismo, e il consiglio comunale con il voto all’unanimità del 28 febbraio scorso ha sotterrato qualsiasi voce dissenziente rispetto all’opportunità della soluzione adottata per il reimpiego di circa 180 ex addetti tessili.
L’unico a far emergere dei distinguo (post approvazione delibera) è stato proprio il capogruppo pd in consiglio Felice Bitetti, già referente diretto del gruppo all’epoca del suo arrivo a Ginosa nel lontano 1994: “il comune ha perso un sicuro gettito di incasso fiscale pari a 260mila euro l’anno oltre a sorveglianza e manutenzione”.
Ma tant’è, ora bisogna guardare oltre e quell’oltre potrebbe essere secondo Bitetti “la prospettiva di un polo di trasformazione e commercializzazione agroalimentare”. Magari optando “per l’industria del fresco con prodotti agricoli surgelati o semplicemente confezionati per la grande distribuzione”.
Certo un passo indietro rispetto al distretto industriale che si sperava di realizzare ma, sottolinea l’amministrazione, “in rigoroso rispetto della vocazione agricola e turistica del territorio”.
E questo nonostante i record di produzione e di efficienza raggiunti in contrada girifalco fino alla chiusura dello stabilimento nel 2009.
Il sindaco De Palma nel frattempo provvede a ribadire agli imprenditori interessati “che il ritorno chiesto è l’assunzione a tempo indeterminato dei lavoratori in numero almeno pari a quello già impiegato dalla società facente capo al gruppo miroglio”.
L'incontro di Bari con la task force regionale per il lavoro. Al centro della foto l'ass.reg. Leo Caroli.
Ieri intanto a Bari si sono riuniti nuovamente l’assessore regionale al lavoro Leo Caroli, i sindacati filctem cgil, uilta uil e femca cisl oltre ai sindaci dei comuni interessati per tracciare un quadro operativo. Che vede come tappa ineludibile il passaggio al ministero dello sviluppo per dare un rilievo nazionale alla vicenda al massimo entro un mese.
L'assessore Caroli giudica “un fatto enormemente positivo la collaborazione di sindaci di colore politico diverso per giungere alla rioccupazione”. Rioccupazione che “ad insediamento ed investimento realizzato potrebbe godere di appositi co-finanziamenti regionali”.
Insomma “nessuna possibilità di saccheggio ma possibilità di risposta dalla regione Puglia in 45 giorni sulla realizzabilità del piano industriale e di chiusura del fascicolo in due mesi per dare il via all’investimento”.
Per l’assessore però “sono solo due o tre le aziende che hanno i criteri industriali e finanziari per insediarsi” nei 135mila metri di contrada girifalco a Ginosa.
Riserbo sui settori di provenienza delle imprese con l’ovvia esclusione del tessile, abbigliamento e calzature già presente ed in crisi nel Salento.
L’impegno è massimo “perché si possa scrivere finalmente un articolo positivo su questa vicenda”. Vicenda che oltre a chiudersi con una rievocazione delle partecipazioni statali ora diventate comunali segna un’ulteriore novità: la richiesta di gemellaggio di Ginosa con Alba.
Motivata secondo il primo cittadino “dal clima di piena fiducia collaborativa e dal forte legame che ha indissolubilmente unito la storia industriale delle due città”. Anche se a Ginosa e  Castellaneta restano solo (al momento) 180 lavoratori in mobilità ed un’enorme area industriale quasi deserta. Resta infatti ancora la Tbm di Besnate.
Quotidiano di Puglia. L'articolo dedicato alla vicenda Miroglio di Alba

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