RIAVREMO UN POLMONE VERDE. 105 mila euro per salvare un bosco.


QUOTIDIANO DI PUGLIA 29 APRILE 2010
di Nicola NATALE
Potrebbe essere il primo reale esempio di tutela dei boschi di Ginosa.
Tutti ricordano la pinetina che si vede arrivando da Laterza lungo la ex statale 580, ma non sono in molti  a frequentarla.
Con il progetto esecutivo firmato dal dottore agrario Maurizio Sorrenti ed approvato con delibera di giunta dall’amministrazione comunale (d.g.c. n°75 del 10/4/2014) le cose potrebbero cambiare.
La pinetina visibile poco prima dell'arrivo a Ginosa da Laterza.
La strada è la ex 580.
La rinaturalizzazione dell’area “San Falco-Murge San Pellegrino”, finanziata con 105mila euro di fondi comunitari, mira a “tutelare gli elementi caratteristici del paesaggio, contrastare l’erosione e la perdita di sostanza organica, ridurre, tramite la gestione silviculturale, la vulnerabilità agli incendi”.
In altre parole si diraderà la folta vegetazione della pineta artificiale. Gli interventi sono tagli intercalari per regolare la densità del bosco e guidare la selezione naturale degli elementi più vigorosi e spalcature per eliminare i rami più bassi. Il tutto per l’intera estensione di 21 ettari pari a 210mila metri quadri cui il Comune di Ginosa è proprietario.
La zona è  sottoposta a vincolo  idrogeologico e paesaggistico nonché ricade nella zona di protezione speciale “area delle gravine” e nell’area naturale protetta regionale del Parco Terra delle Gravine.
Molto interessante la storia della pinetina:  la piantumazione con pino d’aleppo, pino domestico e cipresso, risalente intorno agli anni ’50, fu realizzata per consolidare le sistemazioni dei vari versanti (san Giuseppe, Grottaturge, torrente Lognone).
Ora invece le cose stanno lentamente cambiando e le essenze arboree locali stanno prendendo il sopravvento. Per cui scrive Maurizio Sorrenti “stiamo assistendo ad una forte rinaturalizzazione” con lecci  e ornielli nel canale di san Giuseppe e con quercia trojana e roverella nella zona murgia san Pellegrino.
L’intento quindi è di aiutare questo processo ed evitare che incendi come quelli verificatisi nel recente passato (2007-2011) contribuiscano ancora ad assottigliare la già scarsa superficie boschiva del comune di Ginosa (non considerando naturalmente la pineta Regina che si estende per lunghi tratti a Marina di Ginosa).
Curiosità da non trascurare in alcune zone il materiale legnoso sarà trasportato con muli, non essendoci forse altro mezzo in grado di operare su quei versanti.
Maurizio Sorrenti, dottore in Agraria
Il bosco di latifoglie che si andrà così a ri-formare (un patrimonio per le future generazioni) sarà composto da lecci, fragni, roverelle, aceri minori e campestri, frassini minori per un totale di 4.800 piante. 
Le piantine saranno messe a dimora a gruppetti con sesti (cioè distanze) irregolari e si aprirà un viale parafuoco.
Il tutto dovrebbe avvenire tra settembre prossimo e marzo del 2015.
L’intervento conclude Maurizio Sorrenti nella sua relazione è “senza dubbio in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile che, al giorno d’oggi, qualsiasi comunità evoluta dovrebbe perseguire”.
E ricostituirà l’unico polmone verde a disposizione in una città che di verde, per molte ragioni, ne ha davvero poco.

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